In Burkina Faso le principali coltivazioni son il miglio, il sorgo e arachide, sostentamento principale delle famiglie contadine.
Con periodi di siccità che durano due – tre anni, le coltivazioni sono insufficienti e mettono in ginocchio la popolazione Burkiabe.
L’alimentazione, povera di nutrimenti, è prodotta in quantità insufficienti per alimentarsi regolarmente dal termine della stagione delle piogge e quella successiva.
Da gennaio non si mangia più tutti i giorni …
Una alimentazione basata solo sui cereali non è sufficiente.
Le prime vittime sono i bambini sotto i cinque anni e le donne. La metà delle donne e il 90% dei bambini sono anemici, inoltre un piccolo su tre è basso rispetto all’età (malnutrizione cronica), il 10-15% è troppo magro rispetto all’altezza (malnutrizione acuta).
Poche o nessuna difesa immunitaria provocano malattie terribili e mortali come la polmonite, diarrea, malaria, morbillo, marasma, edemi …
Le donne, già debilitate dalla scarsa nutrizione, allattano i piccoli solo per alcuni mesi e senza dare un giusto apporto proteico.
Fini ai due anni di età i bambini sono a rischio e possono morire.
Il raccolto del 2011 è stato minimo, più basso degli anni precedenti. Il Governo Burkinabe ha chiesto l’aiuto internazionale per le zone ad alto rischio carestia del Sahel e riguarda 100.000 bambini al di sotto dei 5 anni per i quali vengono effettuati 73.000 screening su 7.000 km2 di territorio interessato dall’emergenza.
L’emergenza è stata affrontata ma non basta: occorre stabilizzare le forniture d’acqua, fornire sementi di qualità, attrezzare i coltivatori con mezzi moderni e adeguati e, forse, si allenterà.